Ipotesi per un Museo della Scienza

Ipotesi per un Museo della Scienza nel Comparto di via Guido Reni al Flaminio, Distretto Culturale di Roma.



Abstract
"Cinque miliardi di anni. Ipotesi per un Museo della Scienza" era il titolo di una mostra promossa nel 1981 dal Comune di Roma che raccoglieva i materiali conservati nei Musei scientifici della Sapienza ed altri materiali realizzati per l'occasione e destinati ad integrare quelle collezioni. "Visitare la Mostra - scriveva sul catalogo l'Assessore alla Cultura Renato Nicolini - significa richiedere il Museo della Scienza a Roma", una metropoli che, a differenza di Milano, Napoli, Firenze, Trieste o Trento, non ha un Museo di questo genere. Da allora sono passati trentasei anni e il Museo della Scienza ha continuato a vagare come un masso erratico e a comparire in diverse zone della città: da via Giulia, all'Ostiense fino ad approdare al Flaminio, nel comparto dell'ex Stabilimento militare di via Guido Reni.
Il comparto di via Guido Reni è un elemento fondamentale dell'asse urbano De Coubertin-Guido Reni che costituisce la spina dorsale di quello che può essere ormai considerato il Distretto Culturale di Roma; con la realizzazione del Museo della Scienza il sistema si arricchirebbe di un formidabile polo culturale e nello stesso tempo la città avrebbe finalmente, come tutte le principali città del mondo, un Museo di carattere scientifico.
Il nostro programma di ricerca intende mettere in campo tre strategie tra loro integrate: a) l'approfondimento del programma scientifico del Museo alla luce della lunga storia che ne ha accompagnato la stesura; b) la definizione del ruolo urbano del Museo in relazione alla particolare importanza del Comparto Guido Reni; c) la sperimentazione progettuale di pratiche di riciclo dei manufatti esistenti, strategia questa che costituisce un'ulteriore estensione operativa delle linee messe a punto dalla nostra Unità di Ricerca nel Prin 2013-2016 Re-cycle Italy. nuovi cicli di vita per architetture e infrastrutture della citta' e del paesaggio.

 ULTERIORE APPROFONDIMENTO (TESTO ESTESO)

Con la realizzazione del complesso dell'Auditorium "Parco della Musica" (2002) e della sede del MAXXI (2010), nell'area del quartiere Flaminio compresa tra viale Tiziano e la collina di Villa Glori si è andato concentrando un gruppo di opere di architettura che rappresenta un brano di città moderna del tutto singolare nel panorama di Roma, non solo per l'importanza delle opere stesse, ma anche per la loro contiguità. Le case del Villaggio Olimpico di Libera, Moretti, Cafiero, Monaco e Luccichenti, il viadotto di corso Francia di Pier Luigi Nervi, lo stadio Flaminio di Pier Luigi e Antonio Nervi, il Palazzetto dello Sport di Annibale Vitellozzi e dello stesso Nervi, la chiesa di San Valentino di Franco Berarducci disegnano, insieme all'Auditorium e al MAXXI, un tessuto continuo che è interrotto solo alle pendici della collina dallo sciatto complesso degli edifici scolastici. Non a caso tutto il settore del quartiere Flaminio compreso tra piazzale Flaminio e ponte Milvio è entrato a far parte nel 2002 di uno specifico Progetto urbano - il Progetto Urbano Flaminio - Foro Italico (PUF), di cui il proponente è stato uno dei consulenti - che aveva l'obiettivo di prefigurare, coordinare ed armonizzare gli interventi di riqualificazione e di assetto dell'area. Oltre a questo, il nuovo PRG del 2008 ha inserito l'area del Flaminio-Foro Italico nella testata settentrionale dell'Ambito strategico della Direttrice nord-sud della città (Flaminia-Cassia-Cristoforo Colombo-EUR).
Se assumiamo la direttrice est-ovest di viale Guido Reni-De Coubertin come asse portante di questo brano di città e consideriamo che con la realizzazione del Ponte della Musica, viene finalmente collegata (dopo più di cent'anni dal Piano del 1909 che lo aveva previsto), piazza Gentile da Fabriano con la zona di Prato Falcone, possiamo considerare questa concentrazione di opere di architettura moderna come un vero e proprio sistema urbano soprattutto se, sulla riva destra del Tevere in corrispondenza della testata del ponte, la Casa delle Armi di Luigi Moretti dopo essere stata liberata dall'aula bunker per i maxi processi che l'ha occupata per quasi trent'anni, sarà finalmente restituita alla città attraverso il recupero di una destinazione d'uso più consona alla sua qualità architettonica e al suo ruolo urbano.
Va inoltre sottolineato che l'asse Guido Reni-De Coubertin ha come testate e quindi come fondali paesaggistici delle sue visuali le pendici boscate di Monte Mario e della collina di Villa Glori che ne esaltano il ruolo di armatura urbana. Tra gli obiettivi del PUF, un ruolo di primo piano è occupato proprio dal rafforzamento di questo asse di connessione tra i due rilievi, con la creazione, tra l'altro, di una nuova piazza a Prato Falcone, là dove ore si apre l'informe slargo di via Morra di Lavriano, sui fianchi dell'edificio dell'ex Foresteria di Del Debbio e della ex Casa delle Armi. Bisogna poi considerare che il nuovo Piano Regolatore inserisce tutta l'area compresa tra questa "piazza mancata" e piazza Maresciallo Giardino in un Ambito di valorizzazione (Ambito di Valorizzazione B3) che ha come obiettivi la sistemazione della testata meridionale del Foro Italico e la riconfigurazione della cerniera tra questa e il quartiere Delle Vittorie.
Il comparto dell'ex Stabilimento militare (SMMEP) di via Guido Reni è un elemento fondamentale dell'impianto di questo asse urbano che costituisce la spina dorsale di quello che può essere ormai considerato il Distretto Culturale di Roma; esso definisce il margine della strada per una lunghezza di quasi 300 metri e, opportunamente attrezzato attraverso sequenze di spazi di uso pubblico, permette di realizzare una connessione pedonale con viale del Vignola proprio in corrispondenza della stazione della linea C della Metropolitana prevista dal PRG del 2008. Con la realizzazione del Museo della Scienza (al quale il masterplan del concorso del 2015 attribuisce una superficie di un ettaro ed una superficie utile di 27.000 mq) il sistema si arricchirebbe di un formidabile polo culturale e nello stesso tempo la città avrebbe finalmente, come tutte le principali città del mondo, un Museo di carattere scientifico.
Il programma di ricerca intende mettere in campo tre strategie tra loro integrate: a) l'approfondimento del programma scientifico del Museo alla luce della lunga storia che ne ha accompagnato la stesura in particolare attraverso un coinvolgimento diretto di Paco Lanciano che ne è stato l'ultimo estensore; b) la definizione del ruolo urbano del Museo in relazione alla particolare importanza del Comparto nell'asse Guido Reni-De Coubertin; c) l'applicazione e la sperimentazione progettuale di pratiche di riciclo dei manufatti esistenti, strategia questa che costituisce un'ulteriore estensione operativa delle linee messe a punto dalla nostra Unità di Ricerca Sapienza nel Prin 2013-2016 Re-cycle Italy. nuovi cicli di vita per architetture e infrastrutture della citta' e del paesaggio.

 

 PUBBLICAZIONI

Articolo: G.R. Cellini, Gli spazi della divulgazione scientifica. Dai musei all’ipotesi di un’agenzia della scienza.
Articolo: P.V. Dell’Aira, Perché un workshop?
Articolo: Il MASS / Museo Attivo delle Scienze del Suolo
Articolo: IL MUSES / Museo della Scienza e del Suolo in P.O. Rossi, Flaminio Distretto Culturale di Roma, Analisi e strategie di progetto, Quodlibet Diap Print, Roma, 2020. ISBN 9788822905116


 

 ALTRI ESITI

-Workshop e convegno
Su questo tema “Ipotesi per un Museo della Scienza nel comparto di via Guido Reni” è stato organizzato un workshop con i dottorandi del Dottorato in Architettura. Teorie e Progetto che sono stati chiamati a sondare in termini progettuali le ipotesi formulate dal Gruppo di ricerca; ne sono scaturire due diverse soluzioni: la prima riguarda una proposta di recycle, con una parziale riutilizzazione degli attuali capannoni dello SMMEP, la seconda propone invece la loro totale demolizione e la realizzazione di un nuovo manufatto .

I risultati della ricerca sul Museo della Scienza sono stati sinteticamente illustrati, insieme ai risultati del workshop, nel Convegno “Un’esplorazione della cultura museale alla Sapienza”, organizzato dal Polo Museale Sapienza a Roma il 6 e il 7 dicembre 2019.

 





Tipo di Ricerca
Ricerca Sapienza

Responsabile
Piero Ostilio Rossi

Anni
2017 - 2019

Struttura
Dipartimento di Architettura e Progetto

Componenti del gruppo di Ricerca
STRUTTURATI:
Paola Veronica Dell’Aira, Andrea Bruschi
DOTTORANDI DIAP:
Simone Leoni, Alessia Gallo, Flavia Magliacani, Cecilia Daniele, Pascal Federico Cassaro, Claudia Ricciardi, Francesco Calabretti
ASSEGNISTI O BORSISTI:
Giovanni Rocco Cellini
ALTRI COMPONENTI:
Maurizio Alecci, Francesca Romana Castelli, Angela Fiorelli, Luca Porqueddu, Gianpaola Spirito

Settore
Architettura, Paesaggio, Tecnologia, Storia

ERC
SH2_9, SH5_6, PE8_3

Keywords
Distretto Culturale, riciclo urbano, recupero e conservazione degli edifici storici, patrimonio - architettura moderna a Roma

Link di approfondimento
QART
Research Sapienza

Allegati
GR.Cellini, Museo Scienza
P.V Dell’Aira, workshop
Progetti workshop
6A_IMPAGINATO-GRC_MUSEO-PARTE-01