PROMUOVERE IL BENESSERE DELLE DONNE DETENUTE. Lo spazio della pena e la pena dello spazio



Abstract
Lo spazio condiziona in modo sostanziale il tempo trascorso entro un istituto penitenziario. Può essere una pena aggiuntiva oppure uno strumento per trasformare il modo di vivere la pena detentiva. Prendersi cura dello spazio è un modo per promuovere la cura di sé. Questa dinamica è particolarmente virtuosa per la popolazione detenuta femminile. Qui si incontra una naturale inclinazione all'accudimento dello spazio con una minore aggressività rispetto alla popolazione maschile.
Lo spazio può essere un forte elemento di promozione del benessere, per raggiungere questo obiettivo si devono comprendere bisogni e desideri, renderli compatibili con le norme detentive, e cercare di sviluppare quelle condizioni che favoriscono salute e benessere psicofisico e sociale.
Il benessere e il rispetto dei diritti delle donne detenute, nei limiti della compatibilità con la restrizione carceraria, sono premesse indispensabili per il recupero e la risocializzazione della persona condannata, questa è la finalità principale della pena detentiva (art.27, c.3 Costituzione italiana). Dall'altra parte, l'efficacia di qualsiasi trattamento rieducativo in carcere richiede la cura della dimensione spaziale e la cura delle attività e delle esperienze intramurarie.
Una squadra interdisciplinare (Architettura, Giurisprudenza, Lettere e Filosofia e Sanità Pubblica) intende unire conoscenze e competenze - già singolarmente maturate sul tema dei luoghi detentivi - conducendo azioni sperimentali utili a valorizzarle e a rendere sinergiche le conoscenze parziali. L'obiettivo è definire azioni che mirino alla qualità della vita delle donne detenute, intervenendo all'interno delle strutture detentive esistenti (C.C. femminile di Rebibbia). Una ricerca-azione che promuove trasformazioni del contesto detentivo per indurre un cambiamento del senso di sé nelle detenute, e sollecitare l'attenzione alla questione penitenziaria all'interno della società civile.

 ULTERIORE APPROFONDIMENTO (TESTO ESTESO)

Tanto maggiore è la qualità di vita all’interno di un istituto penitenziario, quanto maggiore sarà il benessere generale ed in tal modo il periodo passato dentro il carcere potrà essere premessa per una reale riabilitazione e risocializzazione, scopo cui è chiamato il carcere nella sua principale finalità. Infatti la Costituzione italiana, all’art.27 comma 3, dice “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”.
L’IMPATTO A BREVE si può individuare nella qualità di vita delle donne detenute e nella loro possibilità di fare esperienza di modalità e tecniche diverse per la comprensione e l’utilizzo dello spazio di vita ristretta fino ad arrivare alla possibile consapevolezza dell’importanza del luogo di detenzione come promotore di benessere.
L’impatto a LUNGO TERMINE si può individuare nella possibilità da parte delle detenute di ‘riuscire’ a portare fuori dalle mura la consapevolezza maturata, che potenzialmente potrebbe avere un impatto sulla ridotta incidenza della recidiva.
Va pesato il valore del benessere in relazione ad alcune situazioni particolarmente importanti per la loro RICADUTA SOCIALE:
Benessere e recidiva
Benessere e autolesionismo
Benessere degli operatori e benessere dei reclusi (il burn out degli operatori penitenziari)
Prendersi cura dello spazio per prendersi cura di sé

In una pregressa esperienza presso la Casa Circondariale femminile di Rebibbia, in cui si è lavorato alla riqualificazione di una sezione detentiva (miglioramento spaziale, igienico, possibilità di avere specchi e prendersi cura di sé, di mangiare assieme, di coltivarsi autonomamente qualche ortaggio, etc), si è osservato che LE DETENUTE, CONSIDERANDO UN PRIVILEGIO L’ AVER RAGGIUNTO UN DIVERSO GRADO DI BENESSERE, il fatto di vivere nella sezione più bella, e volendo mantenere questo beneficio raggiunto, si SONO AUTO DATE DELLE REGOLE per mantenere il luogo in ordine, pulito, per evitare i maltrattamenti degli oggetti e degli arredi. Il criterio di accesso alla sezione era legato alla buona condotta.
Questo è il tipo di obiettivo che si vuole raggiungere: fare degli interventi sperimentali, misurare quanto incidono sul benessere delle detenute, quanto le donne detenute stesse si spendono per ottenerlo e mantenerlo.
Tutte le donne in carcere sono lì perché hanno trasgredito una legge. Far sì che si autodeterminino è il primo passo per il reinserimento e la socializzazione. AUMENTARE IL BENESSERE IN CARCERE, RENDERE LE DONNE COSCIENTI DELLA LORO CAPACITÀ DI OTTENERE E MANTENERE IL LORO BENESSERE, DI ESSERNE ATTRICI È LA TRASFORMAZIONE AUSPICATA.
Ugualmente progetti quali il Laboratorio di scrittura e lettura operante nella Casa Circondariale di Regina Coeli (coorganizzatore V. Frajese 2017-2018) o il progetto Liber Liberanti. Fiabe e favole dal carcere con le detenute attrici della C. C. femminile di Rebibbia a cura di Mast-Officina delle Arti, 2016, dimostrano quanto il lavoro sullo spazio immaginario permetta di allargare il proprio spazio di azione).Ugualmente l’AUTOEDUCAZIONE (attraverso pratiche performative di lettura, scrittura recitazione teatrale) aiutano la CONSAPEVOLEZZA DELLA PROPRIA POSIZIONE NELLO SPAZIO INTIMO E SOCIALE.
Queste esperienze occasionali non devono essere un unicum, ma bisogna trovare modi per proporle come strategie generalizzabili. Da qui la volontà di individuare quelle azioni che possono divenire patrimonio diffondibile tra gli operatori, soprattutto individuare quelle che possono essere operate direttamente dai singoli operatori, o dai direttori delle strutture carcerarie, o dalla Polizia Penitenziaria, in modo che piccole azioni “virtuose” possano un po’ alla volta essere assunte sino a divenire un modus operandi. Questo tipo di procedura per “piccoli interventi" può avere una ricaduta enorme sul contesto di riferimento, forse anche maggiore di grandi interventi.

 

 ALTRI ESITI

Spazio Dentro. Laboratorio di narrazione e scrittura di sé
Spazio Koiné

Spazio Dentro. Storie Intrecciate
Spazio Koiné

Spazio Dentro. Laboratorio dal racconto al progetto.
Progetto e laboratorio di costruzione
Teatro Koiné

Realizzazione area verde cortile sezione "Cellulare"

Realizzazione due campi da pallavolo nei cortili sezioni: "Cellulare" e "Camerotti".

"Spazio dentro": spettacolo teatrale
12 luglio 2023
studenti e studentesse del corso Teatro Europa della facoltà di Lettere, Sapienza, hanno preparato a partire dalle storie delle donne detenute raccolte durante il laboratorio.

 





Tipo di Ricerca
Terza missione

Responsabile
Pisana Posocco

Anno
2021

Struttura
Dipartimento di Architettura e Progetto

Componenti del gruppo di Ricerca
STRUTTURATI:
Francesca Giofrè, Cristina Imbroglini, Filippo Lambertucci, Manuela Raitano; Pasquale Bronzo, Maurizio Marceca, Marta Marchetti, Livia Ottolenghi, Arianna Punzi, Iolanda Plescia, Andrea Peghinelli, Lucy Bell
ASSEGNISTI O BORSISTI:
Edoardo Marchese
ALTRI COMPONENTI:
Francesco Giampietro (studente), Gabriele Ferrara (studente), Giulia Pisanti (studente)

Settore
Architettura, Interni, Paesaggio