Ripensare il corridoio della facoltà

Progetto di trasformazione della galleria al piano terra della Facoltà di Architettura di Valle Giulia



Abstract
Il progetto è il frutto di un lungo lavoro condotto dal prof. arch. Andrea Grimaldi con la collaborazione di alcuni dottorandi del DiAP sul corridoio al piano terra della sede storica di Architettura di Valle Giulia. È il prodotto di un'attenta analisi delle criticità cui si è cercato di dare risposta con interventi contenuti e sostanzialmente limitati al trattamento della fodera interna dello spazio ed al suo allestimento. L'obiettivo è quello di dotare la facoltà di uno spazio attrezzato ad ospitare mostre ed eventi espositivi anche multimediali garantendo al contempo la fruibilità e funzionalità dei locali adiacenti.

 ULTERIORE APPROFONDIMENTO (TESTO ESTESO)

Lo stato dei luoghi.
Il corridoio del piano terra nel corso degli anni ha assunto sempre più un ruolo secondario nel sistema dei flussi interni all'edificio. La chiusura del secondo accesso alla biblioteca, posto al piano superiore e raggiungibile un tempo con la scala in fondo ad esso, ne ha ridotto la funzione come asse di attraversamento longitudinale e supporto all'intero edificio ed oggi è uno spazio sostanzialmente marginalizzato, vissuto fondamentalmente per la presenza del centro stampa e per l'aula 5.
Questa condizione lo ha reso uno spazio di mero servizio e come tale, purtroppo, è stato trattato dai tecnici che nel corso degli anni sono intervenuti per adeguare dal punto di vista impiantistico l'edificio.
Oggi è attraversato da fasci di tubazioni e canaline che ne hanno irrimediabilmente compromesso le caratteristiche spaziali originarie.
L'illuminazione, composta da una teoria di alte plafoniere mette ancor più in evidenza questa condizione incongrua.
Anche le sedute, poste lungo il corridoio, concorrono a produrre questa idea di precarietà e mancanza di coerenza con la loro eterogeneità estetica, frutto di evidenti ricicli.
Diversi sono stati gli interventi nel corso degli anni che hanno trasformato il carattere spaziale del corridoio. Dalla impostazione originaria che ricavava nel muro a monte una serie di nicchie/bacheca, si è passati qualche decennio fa alla organizzazione con telai in ferro che corrono lungo tutta la parete oltre che sulla facciata contrapposta tra le porte di accesso ai diversi vani serviti dal corridoio. Questa impostazione, sostanzialmente ragionevole seppur in contrasto con le precedenti nicchie, non presenta però dal punto di vista dell'utilizzo una sufficiente praticità ed elasticità d'uso tanto che sui telai in ferro si sono giustapposti altri pannelli prodotti in occasione di una mostra sulla storia della facoltà che sono rimasti lì appesi sino ad oggi concorrendo alla sensazione di abbandono che lo spazio nel suo insieme trasmette.
Un altro intervento successivo alla costruzione della sede è stato quello dell'introduzione dello zoccolo in travertino che corre lungo tutto il perimetro del corridoio. Il trattamento lucido della superficie e la qualità delle venature delle lastre, tagliate industrialmente, pur preservando le pareti non concorre a restituire la giusta qualità allo spazio.

Le scelte strategiche.
Il progetto ha preso le mosse dai vincoli che lo stato di fatto presenta. È evidente che il mettere mano allo smontaggio delle dorsali impiantistiche significherebbe rimettere in discussione l'intera organizzazione dell'edificio con costi e tempi pari all'impegno tecnico che l'operazione richiederebbe. Si è deciso perciò di operare per interventi di pura superficie e di allestimento dello spazio; operazioni di piccola scala ma non per questo meno significative ed efficaci. Dal punto di vista progettuale la prima scelta strategica è stata quella del "camoufflage" cromatico posto in essere sull'intero sistema della fodera interna dello spazio, omogeneizzando le superfici murarie intonacate con le ingombranti volumetrie impiantistiche. Una verniciatura di colore nero neutralizzerà questo "mondo di sopra" proseguendo verticalmente sino allo zoccolo in travertino.
Parallelamente a questa operazione cromatica si è affiancata una seconda scelta strategica che, sempre con l'intento di neutralizzare le presenze critiche degli impianti, è indirizzata a creare una sorta di "cielo artificiale" costituito da una teoria di barre luminose e binari elettrificati impostati alla quota dell'estradosso delle porte. In questo modo l'attenzione di chi vivrà questo spazio sarà tutta concentrata sulle superfici liminari al di sotto di questo piano luminoso.
Una terza scelta strategica ha inteso articolare lo spazio attraverso l'introduzione di una serie di grandi volumi scatolari sospesi, sorta di lanterne che idealmente richiamano alla mente dei lucernari. Questi volumi, come "canon a lumiere" virtuali scandiscono lo spazio animandolo plasticamente e luministicamente. La loro è anche una funzione da
"macchina scenica": l'interno, dotato di diffusori sonori, potrà fungere da grande campana sonora; saranno illuminate internamente con lampade RGB che potranno dunque variare di colorazione oltre ad essere dotate di proiettori d'immagini all'interno ed all'esterno di esse. L'esterno sarà dipinto anch'esso di nero per annullarne la consistenza fisica. Il perimetro inferiore sarà attrezzato con binari su cui far scorrere tessuti per generare quinte o costruire superfici dove proiettare immagini senza impedire per questo il libero passaggio attraverso la loro consistenza filamentosa. I binari naturalmente potranno portare anche pannelli espositivi od oggetti sospesi lasciando prefigurare una infinita molteplicità di scenari allestitivi.
La quarta scelta strategica è stata quella di attrezzare la lunga parete sinistra della galleria, con un pannello in legno utilizzabile come supporto capace di ospitare con grande facilità materiali bidimensionali.
Un trattamento apparentemente grafico della superficie in legno, realizzato mediante sabbiatura superficiale, garantirà ai futuri allestitori dei riferimenti per la collocazione di tavole grafiche di formato UNI, oltre a ritmare la lunga superficie continua, altrimenti muta.
Ulteriore figura che il progetto intende recuperare è lo zoccolo in travertino. Si è ritenuto utile renderlo meno neutro e atonale lavorando con una bocciardatura delle superfici che le rendano più espressive e materiche. Anche il pavimento in travertino sarà pulito e recuperato, mediante trattamento con acido e successiva resinatura trasparente.
Infine si è pensato utile costellare lo spazio di piccoli prismi aventi la funzione di seduta ma anche, all'occorrenza, di base per l'esposizione di oggetti o plastici. La leggerezza e la semplicità di movimentazione e aggregazione dei moduli, ne consentirà una grande versatilità d'uso.

 

 PUBBLICAZIONI

Bosoni G., L'università accoglie ed emoziona. The university welcomes and arouses emotions, in "Domus", n° 1058, Giugno 2021, DIARIO XII

Giancotti A.; Grimaldi A., 100 anni di Scuola di Architettura alla Sapienza di Roma. Un viaggio tra le idee le storie e i protagonisti, DISEGNARE, rivista scientifica di classe A, n. 61 - dicembre 2020 pp.80-81

 

 ALTRI ESITI

Il rinnovato corridoio della Facoltà ha ospitato, come primo evento inaugurale, la mostra 100 ANNI DI SCUOLA DI ARCHITETTURA ALLA SAPIENZA DI ROMA, organizzata nell’ambito delle celebrazioni per il centenario della Facoltà.
Comitato organizzativo: prof. B. Azzaro, prof. S. Catucci.
Progetto di allestimento: prof. A. Grimaldi.
22 Ottobre 2020 - 22 Marzo 2021.

 





Tipo di Ricerca
Altro

Responsabile
Andrea Grimaldi

Anni
2018 - 2020

Struttura
Dipartimento di Architettura e Progetto

Componenti del gruppo di Ricerca
DOTTORANDI DIAP:
Maria Pia Ponti, Chiara Rotondi
MEMBRI ESTERNI:
Livio Carriero, Valeria Sansoni

Settore
Interni

Keywords
Corridoio, Facoltà di Architettura, Sapienza, Valle Giulia, Architettura di Interni, Rifunzionalizzazione, Allestimento


Allegati
Fascicolo di progetto
Configurazioni di allestimento
Configurazione base della campata
Configurazione A della campata
Configurazione B della campata
Configurazione C della campata