I materiali da costruzione nel progetto delle aree per l’emergenza: tipi e usi compatibili per un’architettura sostenibile



Abstract
Il D.Lgs. 31 marzo n.112 invita i comuni italiani ad individuare nell'ambito territoriale di competenza alcune aree da destinare ad uso della protezione civile per accogliere la popolazione colpita da eventi calamitosi.
I problemi che si aprono difronte a questo legge sono di due ordini. Uno di carattere logistico legato al reperimento sul territorio nazionale di aree di dimensioni varibili a seconda delle necessità e della disponibilità nei diversi contesti geografici e politico-amministrativi. L'altro di natura prettamente progettuale legato alla definizione architettonica di luoghi che, sia per le dimensioni sia per i particolari usi a cui saranno destinati, richiedono la messa a punto di caratteri di identità spaziale in relazione a:
- i contesti in cui sono inseriti (centri urbani, aree di pregio naturilistico e ambientale, ecc.),
- la popolazione in stato di emergenza e non,
- la particolare destinazione funzionale richiesta.
Per evitare che queste aree siano soggette a degrado o a utilizzi impropri nei “tempi di attesa della calamità” è indispensabile definirne il carattere attraverso progetti di qualità in grado di prevederne un uso flessibile e compatibile con attività correnti in “tempi normali” e con le attività speciali nei “tempi dell'emergenza”. Tutto questo sfruttando le risorse locali sia in termini di disponibiltà economica che di materiali e tecniche costruttive, nel rispetto, vista la localizzazione frequente delle aree in contesti naturalistici, dei principi di ecocompatibilità.

 ULTERIORE APPROFONDIMENTO (TESTO ESTESO)

La qualità spaziale dei luoghi destinati all'emergenza è fisicamente definiti da pochi ma incisivi elementi architettonici con soluzioni che devono prevedere: sistemi costruttivi prefabbricati a secco, realizzati con materiali a basso impatto e possibilmente reperibili in loco, facilmente trasportabili e riutilizzabili; pavimentazione del suolo permeabili e adatte all'uso pubblico; disegno dei margini delle aree stesse; infrastrutture di servizio e reti impiantistiche centralizzate. Con questo lavoro di ricerca si è puntato a definire, anche mediante la partecipazione a concorsi di progettazione sul tema, una sorta di "repertorio di soluzioni progettuali tipo per le aree dell'emergenza", sperimentando in particolare soluzioni basate su sistemi costruttivi con componenti prefabbricati modulari e flessibili, in grado di produrre abitazioni con configurazioni planimetriche e spaziali variabili. di abitazioni per l'emergeza seconda delle esigenze
In particolare, i materiali individuati dovranno da un lato possedere caratteri diversificati, legati alla natura geografica e culturale dei contesti cui appartengono le aree, dall'altro dovranno rispondere alla necessità di realizzare componenti base flessibili, con ridotta manutenzione, facilmente trasportabili e montabili. Il lavoro sarà diviso in tre fasi. La prima consisterà nella individuazione e nel rilevamento di due aree campione all'interno del territorio umbro, differenti per dimensioni, posizione nel territorio, caratteritische morfologiche e geografiche.
Nella seconda saranno messi a punto alcuni parametri di riferimento per valutare la adattabilità delle aree stesse a:
- le richieste funzionali dell'emergenza,
- altri usi possibili in tempi di non emergenza.
In questa fase il lavoro verrà svolto in collaborazione con gli organi competenti della protezione civile.
Nella terza fase, dapprima saranno individuati i materiali utilizzabili in base ai seguenti requisiti:
- reperibilità in loco,
- adattabilità ad usi diversi,
- economicità ed ecocompatibilità,
- elevate prestazioni e resistenza all'usura,
- impiego per la costruzione di componenti modulari.
Successivamente, effettuata la scelta dei materiali, si passerà alla definizione degli elementi tipo e alle soluzioni progettuali per le due aree campione con riferimento a:
- caratteri di identità spaziale e riconoscibilità delle aree,
- sistemazione del suolo,
- definizione dei margini
- sistemi impiantistici
- attrezzature di servizio fisse e mobili.
Gli elementi architettonici base e le relative applicazioni progettuali così individuati, pur nascendo in rapporto a due aree specifiche del territorio umbro, dovranno possedere un livello di flessibilità tale da renderle applicabili ad altre aree con caratteristiche analoghe a quelle prese in esame.

 

 PUBBLICAZIONI

D. Mandolesi, “Living Box: una sfida per la casa del futuro”, in “l’industria delle costruzioni” n. 390 luglio-agosto, p.p.90- 91;

D. Mandolesi, "Emergenza abitativa: progetti sperimentali per la costruzione di case a basso costo", in "L'industria delle costruzioni", n. 398 nov.dic./2007 , p.p. 104-109

D. Mandolesi, A. De Cesaris, ”Modular, sustainable and customized: projects for contemporary home”, in “Open house international” vol. 38 - n.3 - 2013, p.p.39-47

D. Mandolesi, "Fano solidale. Concorso di idee per edilizia convenzionata a San Lazzaro" in M. Calzolaretti (a cura di) "Moleplice Modulare Flessibile. Tre progetti per la casa", Gangemi Editore, 2009

 

 ALTRI ESITI

Progetto elaborato per il concorso “Living Box, unità abitative prefabbricate”

Concorso di idee per edilizia convenzionata a San Lazzaro, Fano 2009; secondo premio

 





Tipo di Ricerca
Ricerca Sapienza

Responsabile
Domizia Mandolesi

Anno
2004

Struttura

Componenti del gruppo di Ricerca
STRUTTURATI:
Rosalba Belibani

Settore
Architettura, Paesaggio, Tecnologia

Keywords
materiali, progetto, emergenza, architettura, sostenibilità


Allegati
Mandolesi D_Modular, Sustainable and Customized: Projects for the Contemporary Dwelling
Living box IdC. pdf